Spiegazione

Leonardo e Michelangelo erano separati da vent’anni di differenza e, pare, da un malcelato odio reciproco. Michelangelo era quello che Leonardo non era stato alla sua età, ma quella di Leonardo non era solo invidia. Senza dubbio esisteva una grossa differenza tra i due artisti, che non esitavano a ostentarla litigando, ostacolandosi e offendendosi a vicenda.

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Il Magnifico aveva mandato Leonardo a Milano perché portasse in dono al suo signore uno strumento da braccio. Leonardo gli aveva dato la sobria forma di un teschio di cavallo. Era d’argento, si impugnava come un violino e aveva sette corde: non si era mai visto niente del genere!

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Suo padre era Ser Piero, notaio, e se non fosse stato figlio illegittimo, nato cioè da una donna non sposata al proprio padre, Leonardo sarebbe dovuto diventare notaio anche lui, secondo il noioso (ma remunerativo) destino che accomunava tutti i primogeniti legittimi della sua famiglia da almeno cinque generazioni.

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Leonardo venne sepolto nella chiesa di Saint Florentin, che nell’Ottocento venne rasa al suolo. Anni dopo si scavò tra le rovine e si ritrovarono varie ossa, tra cui forse quelle di Leonardo, che vennero trasferite nel castello di Amboise. Da qui vennero poi estratte e nascoste per salvarle dai nazisti. Infine, una volta terminata la guerra, esse vennero sotterrate nella reggia di Amboise, in un luogo ancora non identificato. Nessuno ha avuto ancora il permesso di scavare all’interno del castello…

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A Milano il successo di Leonardo era principalmente legato agli spettacoli che organizzava. “Uno dei più grandiosi spettacoli leonardeschi fu il matrimonio del nipote di Ludovico il Moro, Gian Galeazzo, con Isabella d’Aragona.” Leonardo da Vinci, un Enzo Miccio con i capelli lunghi.

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Con una mossa audace Leonardo non dipinse il traditore Giuda Iscariota isolato dagli altri apostoli, come da tradizione, ma lo confuse tra i discepoli. L’unica figura separata da tutte le altre (e leggermente più grande) è proprio Cristo, sereno e rassegnato nella confusione generale.

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Deciso a stabilirsi a Milano, Leonardo mandò una lunga lettera di presentazione al Moro, il governatore della città, nella quale elencava tutto quello che avrebbe potuto fare per lui (comprese alcune cose che non sapeva fare). Per alcuni, si tratta del primo curriculum della storia – e allo stesso tempo del primo curriculum “gonfiato”.

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In quell’affollata riunione di grandi maestri, Leonardo occupa il posto d’onore, al centro della scena. Veste i panni (rosa, come le vesti che amava indossare) di Platone, il padre della filosofia, la colonna portante della scuola greca.