Risposta giusta
battaglia di Campaldino
Spiegazione
L'11 giugno 1289, il giorno di san Barnaba, le truppe ghibelline e quelle guelfe si sfidarono in campo aperto a Campaldino. Dante era tra i soldati che quel giorno si affrontarono armi in pugno, e se la vide brutta. Anni dopo, riportò molti episodi della battaglia nella Divina Commedia. Su tutti il celebre canto del Purgatorio (V) in cui incontra Bonconte da Montefeltro il quale ricorda la battaglia, la ferita mortale ricevuta alla gola e gli ultimi istanti di vita lungo il torrente Archiano.
Risposta giusta
Guelfi e Ghibellini
Spiegazione
Nella prima metà del 12° secolo due fazioni si contesero il trono in Germania: i guelfi e i ghibellini. I ghibellini volevano rafforzare la monarchia contro l'invadenza del papa, i guelfi invece erano favorevoli a Roma. L'elezione di Federico I Barbarossa pacificò la scena tedesca, ma la sua forte contrapposizione al papato trasformò il contrasto di potere essenzialmente tedesco tra guelfi e ghibellini in una assai più ampia prospettiva di aperto conflitto tra i due poteri universali. Scenario di questa nuova fase fu l'Italia, dove Federico scese più volte per lottare contro il papato e i Comuni, che si schierarono perciò inevitabilmente col fronte guelfo.
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La Vita Nova
Spiegazione
Fu grazie alla “Vita Nova”, che Dante era divenne una celebrità. Si tratta di un “prosimetro”, ovvero un'opera che alterna passi in prosa a componimenti poetici. La “Vita Nova” racconta le tappe principali dell'amore tra Dante e Beatrice, in un arco di tempo che va dal primo incontro dei due a nove anni di età fino al periodo successivo alla morte della fanciulla. È difficile definire il genere cui appartiene l’opera, dal momento che può apparire un romanzo autobiografico (anche se lontanissimo da ogni tipo di narrazione moderna), una raccolta commentata di liriche, oppure un’opera allegorica e simbolica.
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Arti
Spiegazione
Le Arti erano nate verso la fine del XII secolo come associazioni di artigiani e si erano poi sviluppate nel tempo, tanto da raggruppare quasi tutte le attività economiche e professionali della città. Erano divise in sette “maggiori”, quattro “mezzane” e dodici “minori”. Le prime erano naturalmente le più ricche e le più importanti e coloro che ne facevano parte costituivano il cosiddetto “popolo grasso”; mentre le altre associavano servizi, piccoli commercianti e artigiani e ne faceva parte il cosiddetto “popolo minuto”.
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Guido Cavalcanti
Spiegazione
Guido era un dei più stimati rimatori di Firenze. Più vecchio di Dante di dieci anni, in città lo conoscevano tutti per via della sua famiglia, ricchissima e aristocratica, della sua cultura e della sua ehm… notevole autostima. Quando giudicò Dante alla portata della sua “altezza d’ingegno” e degno della sua amicizia, facendolo entrare nel suo piccolo e coeso gruppo di poeti, Dante ne fu felicissimo. Guido e Dante furono grandi amici per anni, poi la scelta di Dante di entrare in politica li divise per sempre.
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Ravenna
Spiegazione
Ospitato del signore di Ravenna, Dante svolse occasionali ambascerie politiche. L’ultima lo condusse a Venezia ma, di ritorno dalla città lagunare, contrasse la malaria mentre passava dalle paludose Valli di Comacchio. Le febbri portarono velocemente il poeta cinquantaseienne alla morte, che avvenne a Ravenna nella notte tra il 13 e il 14 settembre 1321. La sua tomba è ancora oggi lì.
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Il latino
Spiegazione
Quando il suo maestro aveva cominciato a insegnare qualche parola di latino, a leggere qualcosa di Esopo e, soprattutto, a recitare brani delle opere di Virgilio, Ovidio e Lucano, presentandoli come i più grandi poeti di sempre, Dante ne rimase affascinato. E poiché i versi dei grandi poeti erano scritti in latino, per diventare come loro si mise in testa che lo avrebbe studiato anche lui a tutti i costi.
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Boccaccio
Spiegazione
Boccaccio non conobbe mai direttamente Dante, ma fu un suo grandissimo fan e scrisse su di lui un “Trattatello in laude di Dante” che ne è anche una biografia (anche se piuttosto idealizzata). Curò un’edizione manoscritta della Commedia, correggendone il testo e fu li ad aggiungere al titolo l'aggettivo “Divina”, poi rimasto nelle edizioni a stampa del Cinquecento.
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Magnifico! Il Sommo Poeta ti dedicherebbe una laude in mirabili terzine e condividerebbe con te un vinello per congraturarsi del tuo alto ingegno!
Pare che su Dante, guelfi e ghibellini e Dolce Stil Novo tu sia piuttosto preparato. MA non abbastanza. Eppure manca poco per entrare nel club dei dantisti illustri. Coraggio, tenta ancora!
Forse la Divina Commedia ti provoca una leggera orticaria, e magari Dante ti sta anche antipatico. Ma se metterai da parte i tuoi preconcetti scoprirai che il Sommo non era poi così male. Sapeva menare anche di brutto! Allora? Vuoi che ti meni? Provaci ancora, orsù.
Dante ti guarderebbe dall’alto in basso piuttosto schifato. Conoscendolo, anzi, potrebbe ficcarti in un girone infernale e inventare per te una pena del contrappasso particolarmente truculenta. Riprova!